Éric-Emmanuel Schmitt descrive nel suo nuovo romanzo 3 donne estremamente differenti

Éric-Emmanuel Schmitt posa per il fotografo Emilio Esbardo

di Emilio Esbardo

Riproponiamo gli articoli del Festival di Letteratura Internazionale 2012. Tra un po’ inizierà la nuova edizione

È questo il titolo dell’incontro con lo scrittore Éric-Emmanuel Schmitt nella sala principale dell’edificio dei Berliner Festspiele (“Éric-Emmanuel Schmitt porträtiert in seinem neuen Roman drei höchst unterschiedliche Frauen”).

La prima cosa che ha catturato la mia attenzione è stata la folta presenza di donne, ansiose d’incontrare l’autore francese.


È stato difficilissimo scattargli una foto al termine dell’evento. Ho dovuto aspettare la lunga fila, durata un’ora, di ammiratrici in attesa dell’autografo.

Éric-Emmanuel Schmitt, classe 1960, originario di Sainte-Foy-lès-Lyon, paese nelle vicinanze di Lione, oltre ad essere un apprezzatissimo romanziere è uno dei più importanti drammaturghi a livello europeo, è anche autore cinematografico e televisivo.

La notorietà l’ha raggiunta nel 1993 quando ha ottenuto i tre Premi Molière: “Miglior autore”, “Rivelazione teatrale” e “Miglior spettacolo di teatro privato”.

Éric-Emmanuel Schmitt e la lunga fila di donne - © Emilio Esbardo

Schmitt si è laureato alla École Normale Supérieure nel 1983, scrivendo la tesi “Diderot e la metafisica”. Un aspetto da non dimenticare è la sua fortissima passione per la musica: si è diplomato al Conservatorio di Lione.

La sua passione per la filosofia e per la musica traspare nelle sue opere. Dei personaggi ci lascia intravedere il loro lato introspettivo e psicologico attraverso i quali si comprende perché i rapporti umani siano così difficili ed articolati.

Nei racconti entra spesso in gioco il tema della fanciullezza, della spiritualità e delle religioni mondiali.

Uno dei suoi maggiori successi, sulla tematica della religione e della filosofia, è Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano, (Monsieur Ibrahim et les fleurs du Coran), da cui è stato tratto l’omonimo film del 2003, diretto da François Dupeyron.

La storia narra dell’amicizia tra l’ebreo Moїse, di sedici anni, frequentatore dei quartieri pieni di prostitute della Parigi degli anni ’60, e Ibrahim, l’anziano sufi proprietario di un alimentare (Il sufismo, peculiare dell’islamismo, è la scienza della conoscenza diretta di Dio).


Ibrahim, interpretato in modo eccellente da Omar Sharif, regala al ragazzo perle di saggezza, che ricava dal Corano e gli insegna come raggiungere la felicità e a gestire correttamente il denaro.

Al Festival di Letteratura Internazionale, Éric-Emmanuel Schmitt ha presentato il suo nuovo romanzo “La donna allo specchio”, dove si racconta il destino di tre donne differenti Hanna, Anny e Anne, in tre epoche diverse, che hanno però una caratteristica in comune: sono donne intellettualmente libere e il loro modo di pensare ed agire si scontra con delle società molto chiuse e conservatrici.

La storia di Anne, una mistica capace di parlare con gli animali come San Francesco, è ambientata nelle Fiandre del XVI secolo. Anne riconosce Dio nella natura e rigetta i riti religiosi, cosa molto pericolosa per quell’epoca, dove vige l’inquisizione.

La storia di Hanna si svolge nell’ambiente aristocratico della Vienna d’inizio Novecento. La protagonista inizia a provare ribrezzo delle convenzioni tipiche della borghesia del periodo e di una società fittizia fatta di serate all’opera, al teatro e ai balli. Per comprendere le origini del suo malessere si affiderà alla psicoanalisi, appena scoperta da Freud. Il malessere di Hanna è il malessere delle intere società europee che sfocerà nella prima guerra mondiale.

Destino vuole che sarà proprio grazie alla lettura del libro psicologico di Hanna sulla vita della mistica Anne a salvare la vita di Anny, l’ultima protagonista del libro. Anny incarna lo stereotipo di una bellissima e famosa attrice hollywoodiana, che però soffre di depressioni ed è costantemente triste ed insoddisfatta.

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