Vittoria schiacciante di Angela Merkel: le reazioni in Europa e il futuro scenario politico tedesco

Angela Merkel durante il suo discorso dopo aver appreso di aver stravinto le elezioni - foto © Emilio Esbardo

testo e foto: Emilio Esbardo

Appena giunto alla sede della CDU, dopo aver lasciato quella dell’SPD, ho avvertito immediatamente l’atmosfera di festa che si percepiva. I sostenitori di Angela Merkel hanno ininterrottamente acclamato la loro star. 

Dappertutto vi era qualche oggetto dove vi era impresso l’immagine o il nome della Cancelliera. Alcune persone lasciavano penzolare dai piani superiori dell’edificio magliette e bandiere tedesche. Angela Merkel quando è apparsa, ha ringraziato immediatamente il suo team per il preziosissimo lavoro svolto ed ha accennato, con un grande sorriso e gli occhi quasi in lacrime al suo super successo.

Angela Merkel mentre festeggia insieme al suo partito - foto © Emilio Esbardo

Infatti la Merkel ha quasi raggiunto la maggioranza assoluta dei voti, cosa accaduta solo con il suo predecessore della CDU Konrad Adenauer nel 1957.

Inoltre con questa vittoria detiene il maggior numero di anni al potere: al termine del nuovo governo sarà stata 12 anni Cancelliera. Davanti a lei ci sono solo Helmut Kohl (16 anni) e Konrad Adenauer (14 anni).

Angela Merkel ha anche un altro grande motivo per sentirsi orgogliosa del risultato ottenuto: da quando è scoppiata la crisi finanziaria è l’unica capo di governo rimasta al suo posto (e saldamente). Ha visto cadere 20 primi premier tra cui Silvio Berlusconi, Zapatero e Sarkozy. Tutto questo perché la Germania ha reagito bene alla crisi: non si ha recessione e il numero dei disoccupati è diminuito.

I risultati delle elezioni 2013 hanno seminato immediatamente vittime quale l’uscente ministro dell’FDP (liberali) Philipp Rössler, che ha dato le sue dimissioni da Presidente del partito. Rössler, quarantenne, è medico, nato in Vietnam e cresciuto in Germania con genitori adottivi tedeschi.

Lo stesso Peer Steinbrück, il candidato cancelliere dell’SPD ha “messo il suo futuro nelle mani del partito”.

Steinbrück ha raggiunto il secondo peggior risultato elettorale della storia del partito. Peggio di lui solo Frank-Walter Steinmeier nel 2009 quando l’SPD ha raggiunto il 23,0% dell’elettorato.

Altra vittima illustre, dimessosi anche lui, è Jürgen Trittin, figura storica dei Verdi.

Già dal giorno successivo alle elezioni, comunque, la grande euforia all’interno dell’Unione, sembra stia andando scemando completamente. Infatti adesso iniziano i problemi per Angela Merkel, che non essendo riuscita a raggiungere la maggioranza assoluta, deve trovare un partito con cui allearsi.

L’FDP, l’alleato uscente, non è riuscito a raggiungere il 5% di voti necessari per entrare in parlamento e quindi è da escludere. Con la Sinistra è bocciata qualsiasi alleanza. Rimangono l’SPD e i Verdi.

Festa presso la CDU - foto © Emilio Esbardo

Atmosfera di compostezza presso l'SPD, le persone attendono Peer Steinbrück per le sue dichiarazioni sul risultato del voto - foto © Emilio Esbardo

Entrambi i partiti sono già stati contattati da Angela Merkel: al momento però sono molto recalcitranti. Gabriel ha dichiarato che non vi è “nessun automatismo” per una grande coalizione.

Lo stesso Steinbrück, al riguardo, ha affermato che la palla ora balza nelle mani della Cancelliera: a lei dunque la gatta da pelare.

Inoltre l’SPD ricorda ancora amaramente di come è stato punito dal proprio elettorato, quando ha formato la grande coalizione con CDU/CSU nel 2005: quattro anni più tardi sono passati dal 34,2 % dei consensi al 23,0%.

Persino tra le file della CDU vi sono scettici su un’alleanza con l’SPD, perché questo si potrebbe concretizzare in richieste quali l’aumento delle tasse per la classe benestante, l’aumento dei prezzi dell’energia e l’obbligo del salario minimo.

La decisione dell’SPD verrà presa nel convegno generale del partito questo venerdì.

Peer Steinbrück - foto © Emilio Esbardo

CIO’ CHE DICE LA STAMPA ESTERA

(L’autore dell’articolo ha realizzato la traduzione libera di passaggi fondamentali di tre prestigiosi giornali quali Le Figaro, El País, International Herald Tribune, che rispecchiano la maggioranza delle reazioni al voto in Germania. Alle traduzioni segue una breve analisi della situazione).

Titoli di varie testate a Berlino - foto © Emilio Esbardo

Le Figaro: “La storia inizia ora”

La fiducia, buona maestra di Angela Merkel, va a giocare un ruolo fondamentale nella nuova era che si apre. Non la mette solo in una posizione di forza per governare da sola o con una coalizione, ma le permetterà di cambiare marcia, passare alla quinta per affrontare le pressanti sfide che l’attendono in Germania e in Europa. La Cancelliera ha l’ambizione di dare la sua impronta alla storia, che inizia ora. Il tempo della navigazione prudente nella tempesta giunge al termine. La Germania deve approfittare della sua buona salute economica per lanciare quelle riforme senza le quali si esporrebbe al declino.

El País: “La Germania ha un problema”

Oggi bisogna riconoscere ad Angela Merkel la grande capacità di essere riuscita a far credere due cose ai tedeschi e agli europei: la prima è che il problema sono gli altri o che il problema lo hanno gli altri: Grecia, Portogallo o la stessa Europa ma non la Germania. Certo che il problema ce l’hanno gli altri: la disoccupazione spagnola, la minaccia di collasso della Grecia o la politica disastrosa italiana. Ed è chiaro che nella Germania attuale vi sono più fonti d’ispirazione per progettare e costruire un Paese. Ma se i vicini del sud ristagnano nella recessione, che senso ha per “il cuore d’Europa” parlare di una “Germania forte”? Nonostante tutto, la maggioranza dei tedeschi l’hanno creduta (…) Se sei la quarta maggiore economia mondiale e la prima europea sei tenuta ad assumere il ruolo di leader. È ora che la Spagna e i principali soci europei rinegozino, in una maniera più intelligente, le basi di recupero. “Mutti” (“Mamma”: il nomignolo assegnato ad Angela Merkel dai tedeschi) non ha esattamente un compito facile. In casa le tocca combattere contro i peggiori fantasmi anti-Europa e fuori i fantasmi anti-Germania.

Angela Merkel durante la conferenza stampa il giorno dopo le elezioni - foto © Emilio Esbardo

International Herald Tribune: “Il voto indebolisce le speranze per la fine dell’austerità”

Mentre Angela Merkel ha assaporato il trionfo personale alle elezioni nazionali della Germania, i giornali di sinistra e di destra in Grecia hanno dato la stessa  valutazione triste di ciò che il risultato significa oltre i confini tedeschi. “Vittoria per la regina dell’austerità”, ha dichiarato la prima pagina di Ta Nea, quotidiano di centro sinistra. “La vittoria di Merkel in cima alle rovine del Sud”, ha detto il giornale conservatore Dimokratia. (…) Da mesi l’Europa stava aspettando speranzosa la fine della campagna elettorale tedesca (…) L’attesa è terminata e con essa anche la speranza di un nuovo corso. Al posto di una tregua dopo anni di tagli del bilancio e aumento delle tasse, in cambio di fondi di salvataggio, il successo elettorale del partito conservatore CDU di Angela Merkel porterà “di più dello stesso”, ha predetto Mats Persson, direttore di “Open Europe”, un gruppo di ricerca, con sede a Londra, incentrato sull’Unione Europea.

Alla conferenza stampa del 23 settembre presso la sede della CDU, Angela Merkel si è difesa dalle accuse di antieuropeismo: “In tutte le piazze”, ha affermato, “ho parlato dell’importanza dell’Europa non solo a livello economico, bensì anche come una comunità di valori condivisi”. 

Se lei insiste per l’austerità è perché anche la Germania ha attraversato la stessa fase prima di ritornare ad avere un’economia forte ed ha ricordato, che a causa dell’eredità degli ex Stati poveri della DDR, la Germania fino a dieci anni fa era denominata “l’uomo malato d’Europa”.

"Angela Merkel, cancelliera tedesca, capo d'Europa", il titolo di Le Monde - foto: Emilio Esbardo

“Ciò che abbiamo fatto noi, lo possono fare tutti”, ha aggiunto. Alla domanda di un giornalista nostrano ha risposto che l’Italia sta molto a cuore alla Germania e che è un partner molto importante per l’Europa.

Angela Merkel, da quanto ho percepito io nella lettura delle testate estere, ispira molto rispetto per i successi ottenuti, ma anche molta paura. Basti pensare alle definizioni di La Repubblica (“La zarina tranquilla e spietata che ha stregato la Germania”) e di Le Monde (“La Cancelliera della Germania, il Capo dell’Europa).

I Paesi del Sud invocano ora un’alleanza con l’SPD, sperando che induca la Cancelliera ad attuare un politica più solidale. La stampa estera lancia un monito ad Angela Merkel di cambiare rotta, anche perché, secondo loro persino in Germania, ci sono grandissimi problemi velati da risolvere: il rinnovo delle infrastrutture, la riforma del sistema educativo, la riforma energetica e il crollo demografico.

Angela Merkel ha vinto le elezioni con un largo consenso popolare e ora, come ha affermato il suo rivale Peer Steinbrück, la palla balza nelle sue mani.

A lei la decisione se entrare nei libri di storia per aver cambiato positivamente il corso degli eventi in Europa.

I PARTITI MINORI: L’ANALISI

LA SINISTRA

La Sinistra a differenza dei Liberali è riuscita ad entrare in Parlamento: nonostante tutto in estate si prevedeva un numero di voti inferiori al 5%. Questo è successo, a detta di molti, grazie alla conduzione di Gregor Gysi. Con il risultato delle ultime elezioni sono diventati il terzo partito del Paese davanti ai Verdi.

Gregor Gysi - Foto © Emilio Esbardo

VERDI

Tutti i politologi sono concordi nel fatto che i Verdi hanno perso consenso nel giro di poco tempo perché, invece di insistere nel portare avanti i temi che li hanno storicamente contraddistinti, quali la transizione energetica e l’economia ecologica, hanno tentato di allargare il loro elettorato con una politica che si avvicinava a quella dell’SPD, soprattutto appoggiando l’aumento delle tasse.

Trittin - foto © Emilio Esbardo

AFD

L’AfD il partito anti-euro, nato da poco, capitanato da Bernd Lucke non è riuscito per un pelo ad andare in Parlamento. Il suo 4,8% però li fa ben sperare di ottenere il numero sufficiente di voti per il Parlamento Europeo nelle prossime elezioni. Sembra un po’ ironico che l’AfD voglia iniziare la sua ascesa politica proprio entrando a far parte del tanto disprezzato apparato europeo.

Bernd Lucke - foto © Emilio Esbardo

FDP

Dopo le dimissioni di Philipp Rössler comunicate durante la conferenza stampa del dopo elezioni, si è candidato il suo vice Christian Lindner al timone del partito, per risollevarne le sorti. Le cause di questa pesante sconfitta è perché l’FDP, secondo gli esperti, ha deluso i suoi elettori. L’FDP è stato ininterrottamente in Parlamento a partire dal 1949.

Philipp Rössler - foto © Emilio Esbardo

I GRANDI VINCITORI E PERDENTI DELL’ECONOMIA TEDESCA DOPO LE ELEZIONI. BUONE NOTIZIE PER IL PREZZO DELL’AFFITTO DELLE CASE

L’Handelsblatt, l’importante giornale tedesco d’economia e finanza, sulla prima pagina, immediatamente dopo il risultato delle elezioni, ha pubblicato la foto dell’euro con all’interno l’immagine di Angela Merkel. Sempre nella stessa edizione ha speculato sui grandi vincitori e perdenti dell’economia tedesca nel caso la CDU si allei con i Verdi o con l’SPD.

Tra i vincitori c’è l’industria automobilistica e chimica. Secondo l’Handelsblatt la grande coalizione è migliore rispetto alla coalizione CDU-Verdi. Ma anche in caso contrario l’industria ci guadagnerebbe, perché con i Verdi verrebbe sostenuta massicciamente la mobilità elettrica, come da sempre richiede il capo della Daimler Dieter Zetsche.

Secondo quanto affermato dall’Handelsblatt l’industria chimica è la terza più grande in territorio tedesco: ha un fatturato di più di 187 miliardi di euro e dà lavoro a più di 430.000 persone. Con una grande coalizione si avrebbe una buona politica a favore dell’industria chimica. Con la coalizione CDU-Verdi, i quali vorrebbero favorire l’energia rinnovabile, si avrebbe un conseguente aumento delle spese per l’industria chimica, a causa dell’aumento del costo dell’energia, di circa 500 milioni di euro all’anno e dunque la perdita di competitività del settore.

Tra i grandi perdenti ci sarebbero l’aviazione e l’edilizia. L’aviazione, che secondo l’Handelsblatt, si ritiene il motore dell’economia tedesca, ha da perdere sia che s’instauri la grande coalizione, sia che si formi la coalizione CDU / Verdi. Tutti i partiti vedono nel trasporto aereo una “vacca da mungere, che inquina l’ambiente e snerva i cittadini con il loro rumore”. Angela Merkel, tra l’altro, aveva introdotto la tassa sui biglietti per rimpinguare le casse dello stato.

Con un linguaggio divertente l’Handelsblatt fa capire che si è giunti alla fine dei grandi aumenti dell’affitto degli appartamenti:

Nessun partito vuole rischiare titoli cubitali su famiglie senza tetto. Ecco perché tutti cercano, in modo più o meno drastico, di frenare l’aumento degli affitti. Già l’Unione e l’FDP avevano messo un limite di aumento tra il 20 e il 15 per cento nei luoghi con scarse abitazioni. Nonostante tutto l’SPD e i Verdi, come la Sinistra, voglio adottare misure ancora più drastiche.

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