di Emilio Esbardo
“Se il partito avesse dato a me l’incarico, probabilmente la Repubblica Democratica Tedesca esisterebbe ancora oggi” – Erich Mielke (capo della Stasi) agosto 1992
Roland Jahn, era fan di musica Rock in Turingia e avrebbe volentieri costruito con le proprie mani il “Rock’n’Roll-Arena a Jena” per Lindenberg (…) “Udo, Udo!” hanno urlato per ore i suoi fan, il 25 ottobre 1983 davanti al Palazzo della Repubblica, che premevano contro le barricate, senza possibilità di essere ammessi al concerto. Era la prima volta che Lindenberg si esibiva nella DDR, in una sala piena di ospiti, esclusivamente appartenenti alla FDJ, Libera Gioventù Tedesca. Il concerto trasmesso in diretta televisiva nelle trasmissioni della DDR non doveva essere assolutamente disturbato. La polizia e le forze di sicurezza spintonavano la gente indietro, li picchiavano mentre ne arrestavano 50. – Roland Jahn, Direttore del Commissariato Federale per gli archivi della Stasi
Nel 1950 nasce, nella DDR, il Ministerium für Staatssicherheit (“Ministero per la Sicurezza di Stato”) conosciuto come Stasi, la cui centrale è situata nel quartiere berlinese di Lichtenberg. Gli appartenenti s’ispirano alla polizia segreta russa “Tscheka” e addirittura coniano per loro stessi il nomignolo di “Tschekisti”. La figura principale ed incontrastata del Ministero è Erich Mielke, che è anche il presidente della squadra di calcio Berlino SV Dynamo.
La Stasi oltre ad essere addetta alla sicurezza dello stato è altresì responsabile dello spionaggio nazionale ed estero, della protezione di oggetti e persone, e del controllo dei confini. Lo scopo principale di Mielke è di prevenire qualsiasi forma di pensiero critico o azione che possa andare contro la dittatura socialista della SED. Per questo motivo dà vita ad una perfetta e collaudata macchina burocratica col fine di controllare l’intera popolazione della Repubblica Democratica:
- Di tutti i cittadini sospetti fa mettere da parte Geruchskonserve (“Conserve di odore”), affinché possano essere inseguiti da cani addestrati in caso di necessità.
- Utilizza apparecchi speciali per fare aprire giornalmente 90.000 lettere ricevute o spedite a persone sospette, farle copiare e poi richiudere, senza che gli interessati possano accorgersene.
- Fa inserire telecamere nascoste con microfoni negli appartamenti privati e mettere sottocontrollo i telefoni
Mielke deve conoscere tutto di tutti. I collaboratori ufficiali della Stasi nel territorio della DDR sono 90.000 e gli in ufficiali 180.000. Per ogni 100 cittadini ci sono due impiegati della Stasi a vegliare. In rapporto al numero della popolazione è il più grande servizio segreto della storia: persino nella Germania occidentale ci sono 2.000 persone agli ordini di Mielke.
Il 17 settembre 2014 i corrispondenti esteri in Germania sono stati invitati a visitare l’Archivio centrale della Stasi a Berlino e a incontrare Ronald Jahn che, dal 2011, dirige il Commissariato Federale per gli archivi della Stasi, l’agenzia tedesca preposta alla protezione e alla preservazione degli atti. Roland Jahn è il responsabile di un’istituzione che, nel 2012, secondo le fonti ufficiali, aveva 1.708 dipendenti.
Il Commissariato Federale per gli archivi della Stasi, in tedesco “Der Bundesbeauftragte für die Stasi-Unterlagen” o semplicemente “BStU”, ha avuto finora tre direttori.
- Joachim Gauck (1990–2000)
- Marianne Birthler (2000–2011)
- Roland Jahn (2011–oggi)
Durante la visita guidata nell’Archivio della Sede Centrale della Stasi, ci sono stati consegnati tre libri, pubblicati in occasione delle celebrazioni dei 25 anni della caduta del Muro:
- Udo rockt für den Weltfrieden – Das Konzert von 1983 in den Stasi-Unterlagen
- Gefängnis statt Rolling Stones – Ein Gerücht, die Stasi und die Folgen
- „Überall kocht und brodelt es …“; Stasi am Ende – Die ersten Tage der Friedlichen Revolution in Sachsen
Sono tre libri molto importanti, che contengono atti finora sconosciuti al pubblico e che lasciano comprendere ancora meglio i meccanismi interni e il modo di operare della Stasi.

Copertina del libro "Carcere invece dei Rolling Stones – Una diceria, la Stasi e le conseguenze" (Gefängnis statt Rolling Stones - Ein Gerücht, die Stasi und die Folgen)
Ad esempio nell’introduzione al libro “Udo fa musica rock per la pace nel mondo – il concerto del 1983 negli atti della Stasi” (Udo rockt für den Weltfrieden – Das Konzert von 1983 in den Stasi-Unterlagen), concernente i documenti riguardanti il suo concerto a Berlino est, Udo Lindenberg mette in evidenza l’ignoranza degli uomini addetti al controllo di presunti sospetti, che vengono definiti alla stregua di aridi, scontati personaggi, che svolgono semplicemente il loro lavoro burocraticamente, seguendo uno schema ben definito:
Quando io subito dopo la svolta (nome assegnato al periodo durante e dopo la caduta del Muro), per la prima volta ho letto gli atti della Stasi su di me, all’inizio, a causa della tragedia dello spionaggio, ho dovuto superare lo shock, respirando fortemente e piangendo – poi però anche con occhi sorridenti, poiché tutto era, contemporaneamente, così grottesco, anormale e divertente. … Negli atti, nella descrizione della mia persona, ad esempio, vi è: “Il suo aspetto è caratterizzato da un tipico abbigliamento standard (borsalino, jeans a tubo di gomma, stivaletti, t-shirt per lo più di colore nero) … Ciò dimostra come fossero stupidi gli uomini della Stasi: gomma? – Oddio, ragazzi, era pelle! … – Udo Lindenberg
Udo Lindenberg oltre ad avere la colpa di fare musica degenerata, era visto con sospetto dalla Stasi, per essersi messo insieme ad una ragazza di Berlino est.
Lindenberg, nato il 1946 a Gronau, esercitava la professione di cantante, scrittore e pittore. Nel 1983 aveva destato scalpore con la sua canzone “Sonderzug nach Pankow” (Treno speciale per Pankow), dove chiedeva al “Capo indiano Erich Honecker” il permesso di esibirsi nella DDR. Pankow era il quartiere di Berlino dove risiedevano le maggiori cariche politiche della Repubblica Democratica.
Nel libro si svelano anche i retroscena che hanno consentito a Lindenberg di potersi esibire nella DDR. Storico è rimasto il suo incontro con l’attore americano Harry Belafonte, anche lui invitato dal regime.
Nel libro “Überall kocht und brodelt es” si ha una breve e ben fatta introduzione agli eventi che hanno causato la caduta del Muro e la dissoluzione della Stasi: in esso sono raccolti documenti importanti degli Archivi delle circoscrizioni di Lipsia, Dresda e Chemnitz, ordinati cronologicamente.

Copertina del libro „Überall kocht und brodelt es ...“; Stasi am Ende - Die ersten Tage der Friedlichen Revolution in Sachsen
Viene messo in evidenza l’importanza fondamentale delle cosiddette “Manifestazione del Lunedì”, proteste di massa iniziate a Lipsia, il 9 lunedì ottobre 1989, due giorni dopo le celebrazioni pompose del 40simo anniversario della DDR. Le “Manifestazione del Lunedì” (la prima volta ci furono 30 mila manifestanti) si susseguirono di settimana in settimana ed erano collegate alla “Preghiera per la pace” che si tenevano nella chiesa di San Nicola.
Il 17 novembre il nome ufficiale della Stasi “Ministero per la Sicurezza di Stato” è stato cambiato in “Ufficio per la sicurezza statale”, abbreviato AfNS.
Il 1 dicembre la Camera del Popolo ha eliminato dalla costituzione il diritto di leadership del partito SED.
Il 4 dicembre i cittadini hanno occupato la sede della Stasi di Erfurt, per evitare la completa eliminazione dei documenti, accumulati e conservati accuratamente dal Ministero per la Sicurezza di Stato durante la sua esistenza.
Il 15 gennaio è stata occupata la sede centrale a Berlino. Il 18 marzo 1990 si sono tenute le prime elezioni libere.
Ai posteri, nonostante il tentativo di eliminazione, sono rimasti all’incirca 111 chilometri di scaffali di documenti scritti, di foto, di video e audio. Inoltre si è in possesso di 15.500 sacchi di materiale triturato.
Gli atti possono essere visitati dai media e dai cittadini. Vi sono però delle regole ben precise che tutelano le vittime della Stasi.
Nel quartiere berlinese di Lichtenberg, dove, dal 1050 al 1989, vi era la sede centrale del Ministero per la Sicurezza di Stato, oggi si trova il Museo. Nella “Haus 1” Erich Mielke aveva il suo ufficio.
Il museo è aperto tutti i giorni, dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 18 e sabato/domenica dalle 12 alle 18. Per maggiori informazioni: www.stasimuseum.de
Molto divertente dal mio punto di vista è il libro Gefängnis statt Rolling Stones – Ein Gerücht, die Stasi und die Folgen (Carcere invece dei Rolling Stones – Una diceria, la Stasi e le conseguenze).
Come si comprende dal titolo da una diceria (nel 1969), senza che le autorità avessero accertata la notizia, si era sparsa la voce che i Rolling Stones avrebbero organizzato un concerto sul tetto dell’edificio di Axel-Springer.
L’edificio dell’editore più grande della Germania si trovava nella parte ovest di Berlino adiacente al Muro.
Immediatamente si propagò un’isteria di massa tra i giovani della DDR, che si sarebbero voluti riunire nella zona circostante al concerto e tra i poliziotti che avrebbero dovuto far fronte ad evento così temuto.

8 febbraio 1980: Erich Honecker si congratula con Erich Mielke per il 30 ° anniversario della costituzione del Ministero per la Sicurezza di Stato - Fotografo: Sconosciuto - Bundesarchiv, Bild Y 10-0097-91 / CC-BY-SA 3.0
I documenti allegati al libro attestano la preparazione della Stasi ad una circostanza che, non solo non è mai avvenuta, ma che non è stata mai progettata. Bisogna aggiungere, che, allora, una diceria simile era verosimile: basti pensare che, sempre nel 1969, il 30 gennaio, i Beatles avevano fatto un concerto improvvisato su un tetto di un edificio nel centro di Londra.
Inoltre i documenti dimostrano la repulsione delle autorità nei confronti della musica occidentale, considerata decadente e promulgatore dei valori degli Stati “imperialisti”.
Al centro dell’odio vi era soprattutto il Rock e il Jazz. Nonostante divieti e avversità, parecchi giovani formarono dei gruppi che avevano nomi allarmanti per il regime socialista: Avamposto del mondo libero (Vorposten der freien Welt), Gruppi del Texas (Texas-Bande), Ammiratori di Elvis Presley (Elvis-Presley-Verehrer). Neanche la costruzione del Muro poté impedire l’ascolto della “musica imperialista”, visto che esso non era abbastanza alto da bloccare le onde radio e televisive nemiche.
Continuando nella lettura del libro, si apprende di come sia Walter Ulbricht, sia il suo successore Erich Honecker abbiano tentato, inutilmente, di plasmare i gusti musicali e culturali della gioventù della DDR.
All’inizio si era imposta la linea morbida di Walter Ulbricht, che si dichiarava contro la cultura barbara occidentale, ma che non voleva imporla necessariamente con la forza. Nel 1965 si sono adottate le linee più dure di Erich Honecker: a pagarne maggiormente le conseguenze sono stati i giovani di Leipzig, dove in ottobre ne sono stati arrestati 260 ed i gruppi sono stati dichiarati illegali. Tali giovani venivano definiti con appellativi discriminatori come fannulloni (Gammler) o ignoranti (Banausen).
Quando, negli anni ’80, la DDR è entrata in crisi, il regime ha tentato di integrare la musica Rock al proprio sistema: ci fu un’apertura ai musicisti occidentali che poterono esibirsi nel territorio della Repubblica Democratica. Ciò naturalmente non ha funzionato, bensì ha avuto l’effetto contrario. La musica è divenuta un veicolo comune di opposizione contro lo Stato.
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Visita alla Prigione della Stasi a Berlino
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Due settimane dopo la visita all’archivio della Stasi, mi sono recato al memoriale di Berlino-Hohenschönhausen, dove si trova il carcere, all’interno del quale le persone venivano tenute in stato di fermo, per essere interrogate dalla polizia segreta. Essi erano soprattutto detenuti politici, che subivano violenze fisiche e psichiche. Il carcere è rimasto in funzione dal 1951 al 1989.
Prima del 1951 il carcere era sotto il controllo dell’amministrazione sovietica.
La guida, ex detenuto, mi ha mostrato le celle sotterranee. Ha raccontato la storia di un uomo, arrestato per 7 anni, il quale, per far trascorrere il tempo e per non diventare matto, parlava con se stesso o recitava poesie di Goethe e Schiller. In prigione vi era finito senza aver commesso nessun crimine: si sospettava, senza nessuna prova e in modo ridicolo, che addirittura potesse essere un elemento pericoloso per la pace in Germania e nel mondo intero.
La cella dove questa persona è stata detenuta, si trovava nell’ex cucina di un edificio a due piani, costruito dai nazisti e trasformato in prigione dai sovietici, conosciuto come Luogo Speciale numero 3, dove furono internate tutte le persone sospette di essere membri attivi della Gestapo, spie o terroristi. Le celle d’isolamento sovietiche erano denominate U-Boot.
Essere rinchiuse nelle celle sotterrane significava patire la fame e il freddo, per insufficienza di cibo e per essere rinchiusi senza coperte.
La struttura, che ospitava le celle sotterranee, è stata poi consegnata al Ministero per la Sicurezza di Stato, che lo ha utilizzato come luogo di detenzione principale.
Dopo la costruzione di un nuovo edificio con più di 200 celle, a partire dal 1961, quelle sotterranee sono state utilizzate prevalentemente a fine di stoccaggio. All’interno vi hanno sostato personalità del mondo artistico-letterario, critiche al regime come Jürgen Fuchs.
Le persone venivano umiliate prevalentemente in maniera psicologica (a seguito dell’abolizione delle torture fisiche dopo la morte di Stalin nel 1953): i detenuti non sapevano in che carcere si trovavano, perdevano la cognizione del tempo e del luogo. Non li si faceva dormire per lunghi periodi tempo, li si teneva in isolamento e in situazioni di insicurezza, senza sapere cosa sarebbe loro capitato. Venivano molestati costantemente: molte volte, si cambiava violentemente la temperatura delle celle.
Il carcere della Stasi naturalmente non appariva nelle mappe della città. Era eretto in un’ampia area isolata. Col tempo è stato ampliato con l’aggiunta di altre unità di servizio e dipartimenti.

Finestra aperta dall'altro lato c'era il detenuto, che doveva rispondere alle domande del funzionario - Foto: Emilio Esbardo
Dopo la caduta del Muro la struttura è rimasta nel suo stato originale, fin quando nel 1994 è stata trasformata in un memoriale ad opera di ex detenuti.
Ironia della sorte, l’ultimo prigioniero del carcere della Stasi è stato proprio il suo capo Erich Mielke.
Il memoriale offre ai visitatori guide, manifestazioni, mostre, seminari e molto altro. Per chi fosse interessato vi è una libreria specializzata. Le visite guidate di gruppo, che avvengono solo su prenotazione, sono giornaliere dalle 9 alle 16. L’ingresso costa 5 euro.
Numero di telefono: +49 (0) 30 98 60 82 30
E-mail: info@stiftung-hsh.de
Sito web: www.stiftung-hsh.de

Il mezzo con cui si trasportava il detenuto in carcere, il quale non sapeva dove si trovasse - Foto: Emilio Esbardo