di Emilio Esbardo
Il 1 dicembre 2014, come ogni anno, a Berlino si è tenuto il vertice sull’integrazione. Il tema centrale è stato il diritto alla formazione scolastica e professionale degli immigrati. Secondo Angela Merkel, purtroppo è vero, che in Germania una persona con un nome straniero possa essere discriminata durante un colloquio di lavoro.
Questo è un tema che il Governo tedesco vuole affrontare al meglio e il più celermente possibile. Secondo gli ultimi dati OCSE, la Germania è divenuta la seconda destinazione preferita dagli immigranti tra i 34 Paesi più industrializzati. Solo quest’anno sono giunti 465.000 stranieri.
Per risolvere il problema della discriminazione, si è pensato di eliminare le foto dalle domande di assunzione e riempire la richiesta di lavoro anonimamente. Negli Stati Uniti, in Inghilterra e Canada, è già uso comune inviare i curricula e le richieste di assunzione, omettendo età, sesso e luogo d’origine. In questo modo si evitano disparità.
La campagna di sensibilizzazione alla formazione professionale multiculturale è stata intrapresa dalla Cancelliera insieme a datori di lavoro del mondo dell’economia, della società e della pubblica amministrazione.
Il motto della campagna è intitolato: “Le diversità nella formazione: un vantaggio per tutti. Sin dall’inizio”. I promotori principali sono le imprese sottoscrittici del “Manifesto delle diversità”, 19 aziende, 1950 datori di lavoro, Aydan Özoğuz, responsabile per l’immigrazione ed integrazione, ed Angela Merkel.
Le grandi imprese tedesche hanno espresso l’intenzione di formare “una patria delle diversità” (espressione del Presidente della Germania Joachim Gauck). Bisogna riuscire ad abbattere pregiudizi e luoghi e frasi comuni, quali: “un cinquantenne è spesso ammalato”; “una madre single non è flessibile”; “candidati turchi non parlano bene il tedesco”.
Molto spesso a causa di questi pregiudizi, a volte inconsapevoli, si sbarra la strada a persone altamente qualificate, nonostante la costante ricerca di lavoratori specializzati, che continuano a diminuire sempre più in Germania. Gli stranieri sono dunque una risorsa e non un fardello per i tedeschi. Essi possono essere il soluzione al problema demografico e una risorsa per le aziende alla ricerca di personale qualificato.
Il cosiddetto “Manifesto delle diversità” è un impegno a favore della tolleranza, della correttezza e rispetto sul luogo della lavoro e nella società. Esso viene patrocinato da Angela Merkel dal 2006. Nel 2011 è stata formata un’associazione dal nome “Manifesto delle diversità”, che ha come membri, tra gli altri, 10 grandi città, 14 Bundesländer, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e molte università.