“Nel cuore della Germania: NSU” / “Mitten in Deutschland: NSU” - Intervista al regista Christian Schwochow / Interview mit dem Regisseur Christian Schwochow

Immagine di gruppo durante il servizio fotografico del film - © Emilio Esbardo

di Emilio Esbardo

Tra il 1997 e il 2011 la cellula terroristica neonazista NSU, abbreviazione di “Nationalsozialistischer Untergrund” che in italiano significa “Clandestinità Nazionalsocialista”, ha perpetrato indisturbata una serie di omicidi a sfondo razziale, denominati come Reati del Kebab: in differenti città tedesche, tra cui Monaco, Amburgo e Dortmund vengono uccisi nove proprietari di chioschi di kebab, otto di origine turca, uno di origine greca.


Inoltre hanno rapinato 15 banche per finanziare il loro progetto xenofobo di liquidazione di cittadini stranieri. Nel 2004 hanno fatto esplodere una bomba a Colonia in un quartiere abitato soprattutto da immigrati, che ha causato 22 feriti e distrutto negozi e auto circostanti.

La cellula neonazista era composta da Beate Zschäpe, Uwe Böhnhardt e Uwe Mundlos, che all’epoca avevano tutti poco più che vent’anni.

L'attrice Anna Maria Mühe - © Emilio Esbardo

Prima che la polizia arrivasse stranamente e misteriosamente in ritardo alla conclusione che i crimini fossero di matrice razzista, si è dovuto aspettare il 4 novembre 2011, quando le forze dell’ordine scoprirono i corpi esanimi di Uwe Böhnhardt e Uwe Mundlos in una roulotte in fiamme. Tutt’oggi la tesi più credibile è che i due si siano suicidati con una pistola immediatamente dopo aver appiccato l’incendio al loro veicolo.

Il loro quartiere generale a Zwickau, qualche ora dopo, è stato fatto saltare in aria da Beate Zschäpe, che si è volontariamente consegnata alle forze dell’ordine, le quali hanno ritrovato nel loro appartamento distrutto, un dvd intatto, contenente le foto delle vittime dei Reati del Kebab.

L'attore Alexander Beyer - © Emilio Esbardo

Durante l’accesissimo processo a Beate Zschäpe, il primo canale nazionale tedesco Das Erste, ha prodotto una trilogia sulla NSU, intitolato: “Mitten in Deutschland: NSU”, che si potrebbe tradurre come “Nel cuore della Germania: NSU”. I tre film, che rispecchiano tre prospettive differenti apportate da tre differenti registi, verranno mandati in onda alle ore 20.15 il 30 marzo e il 4 e 6 aprile 2016.

Il primo film della serie, del regista Christian Schwochow, che s’intitola “Die Täter – Heute ist nicht alle Tage”, racconta la radicalizzazione della destra nella città di Jena nel 1990, a causa del disagio sociale giovanile provocato dall’alto tasso di disoccupazione. Ad interpretare il ruolo di Beate Zschäpe è la brava attrice Anna Maria Mühe.

L'attrice Almila Bagriacik - © Emilio Esbardo

Nel secondo film, intitolato “Die Opfer – Vergesst mich nicht” del regista Züli Aladag, la trama è dedicata alle vittime e ai loro familiari. Quando il 9 settembre 2000 Enver Simsek è stato ucciso a colpi di pistola, prima della scoperta della NSU, gli investigatori avevano addirittura sospettato che ad aver commesso l’omicidio fosse stata la madre di Enver.

L’ultima pellicola della trilogia del regista Florian Cossen, che s’intitola “Die Ermittler – Nur für den Dienstgebrauch”, racconta la vicenda secondo gli interessi di stato e la difesa della costituzione.

L'attore Tom Schilling - © Emilio Esbardo

Al termine della trilogia, il canale Das Erste trasmetterà anche il documentario “Der NSU-Komplex – Die Rekonstruktion einer beispiellosen Jagd” di Stefan Aust e Dirk Laabs.

Ho avuto il piacere di fotografare gli attori protagonisti della trilogia e di realizzare un’interessante intervista con il regista del primo film della serie, Christian Schwochow. 

L'attore Sebastian Urzendowsky - © Emilio Esbardo

Intervista al regista Christian Schwochow / Interview mit dem Regisseur Christian Schwochow

1. Perché ha deciso di accettare la regia di questo film? / Warum haben Sie sich entschieden die Regie des Filmes zu führen?

Prima di intraprendere la carriera cinematografica a vent’anni, ho lavorato come giornalista televisivo. Marzo 2000-2001, nella città di Jena, ho fatto una grossa ricerca sull’estrema destra tedesca, che mi ha dato la possibilità di conoscere molte persone, alcune delle quali, oggi sono imputate nel processo NSU, e di comprendere al meglio questo fenomeno. Quando la causa è iniziata, mi sono infastidito da come essa veniva raccontata dai media. Si riportava sempre di un piccolo gruppo di fuori di testa – allontanando l’attenzione della presenza di un vero e proprio fenomeno di terrorismo di estrema destra, a cui è legata l’intera società. Da dove proviene quest’odio? Qual è il terreno sociale, da dove nasce l’NSU? Questo era per me il punto centrale. Anch’io provengo dall’ex Germania est e queste persone mi apparivano stranamente familiari. Così ho voluto girare questo film per pormi delle domande  con la speranza di ottenere delle risposte / Bevor ich Filme gemacht habe, im Alter von 20, habe ich als Journalist gearbeitet für das Fernsehen. In Jena, März 2000/01, habe ich eine große Recherche in der rechten Szene gemacht. Dabei habe ich sehr viele Leute getroffen und versucht damals schon dieses Phänomen Rechtsextremismus näher kennen zu lernen und einige Leute, mit denen ich damals gesprochen habe, sind jetzt angeklagt in dem NSU-Prozess. Ich habe bemerkt, als dieser Prozess los ging, dass mich die Berichterstattung ein bisschen ärgert. Man sprach immer von einer kleinen Gruppe von Verrückten – und schob das Phänomen Rechtsterrorismus schön weit von sich weg. Dabei haben wir alle, die ganze Gesellschaft damit zu tun. Wo kommt dieser Hass her, wo sitzt der gesellschaftliche Nährboden, wo so etwas wie der NSU entsteht? Das war für mich der auschlaggebende Punkt sozusagen. Ich komme aus dem Osten, diese Menschen kommen mir irgendwie merkwürdig vertraut vor. Ich wollte diesen Film drehen und Fragen zu stellen und hoffentlich ein paar Antworten zu erhalten.

Il regista Christian Schwochow - © Emilio Esbardo

2. Come ha reagito da tedesco, quando ha saputo delle uccisioni seriali dell’NSU? Con quali sentimenti ha girato il film? Le sue emozioni giocano un ruolo nella regia? / Wie haben Sie reagiert, als Sie als Deutsche von der NSU-Mordserie gehört haben? Mit welchem Gefühl haben Sie gedreht? Spielen Ihre Gefühle eine Rolle in der Regie?

All’inizio non si può esprimere a parole ciò che si prova, quando si viene a sapere, che individui quali Uwe Mundlos e Uwe Böhnhardt, imbevuti d’ideologia fascista, che appartengono alla mia generazione, soltanto un po’ più anziani di me, per oltre dieci anni, senza che nessuno lo notasse, abbiano tolto la vita a molte persone. Ho percepito molta rabbia, che ho tentato di allontanare durante le riprese del film. Volevo realizzare una pellicola, che non si avvicinasse ad attentatori e agli omicidi, bensì alle persone reali. Ecco perché i miei sentimenti dovessero essere allontanati dal mio lavoro di regia. Mentre registravamo alcune scene, ci sono stati dei momenti, durante i quali ho addirittura compreso come funzionasse la scena dell’estrema destra, che sensazione di euforia si prova, quando 200 persone gridano “Sieg Heil (Saluto alla Vittoria)”, e che potere di seduzione possa esercitare. / Wenn man so was hört, dass Leute wie Uwe Mundlos und Uwe Böhnhardt, die meine Generation sind, unwesentlich älter, über zehn Jahre, ohne dass irgendjemand was mitbekommt, so vielen Menschen das Leben nehmen können, vollgesogen mit einer faschistischen Ideologie, das kann man erst nicht in Worten fassen. Das macht mich sehr wütend. Diese Wut habe ich aber beim Arbeiten des Films versucht völlig loszulassen, da ich einen Film machen wollte, der sich nicht den Tätern und Mördern nähert, sondern den eigentlichen Menschen. Und deswegen haben dabei meine Gefühle keine Rolle spielen dürfen. Ich habe immer wieder gemerkt bei den Dreharbeiten, dass es Momente gibt, wo ich tatsächlich sogar verstanden habe, wie diese Szene funktioniert, wie die Musik funktioniert, was für ein euphorisches Gefühl es ist, wenn 200 Menschen das gleiche „Sieg Heil“ rufen, und was das für eine verführerische Kraft hat.

3. Lei è cresciuto a Berlino Est. Pensa che il razzismo oggi sia un fenomeno esclusivo degli ex Stati della Repubblica Democratica? / Sie sind in Ostberlin groß geworden. Denken Sie dass der Rassismus heutzutage ein Ostdeutsch- Phänomen ist?

No, certamente non è un fenomeno dell’ex Germania est. Il razzismo è un problema globale e nella Repubblica Federale si ha un numero elevato di reati di estrema destra nella parte est. Tuttavia vi sono anche delitti nella parte ovest, dove è presente una forte scena di estrema destra. Il problema, come l’ho compreso io, a partire dalla riunificazione, con la caduta del Muro, sta nel fatto che vi siano molti sentimenti xenofobi nel mondo politico. Proprio negli anni novanta, quando i nostri protagonisti trascorrevano il passaggio dall’adolescenza all’età adulta, sono stati espressi slogan xenofobi da componenti del governo di Kohl. Qualche volta si ha la sensazione che siano uomini di estrema destra a dettare gli slogan della politica. In definitiva, dunque, questo è un problema che riguarda l’intera Germania. / Nein, dass ist ganz gewiss kein Ostdeutsch Phänomen. Der Rassismus ist ein globales Problem und in Deutschland haben wir eine hohe Anzahl an rechtsextremen Straftaten im Osten. Jedoch gibt es auch Straftaten im Westen, dort gibt es auch eine starke Neonaziszene. Das Problem, was ich empfinde, ist, seit ich die bundesdeutsche Politik wahrnehme, nämlich seit 1989, seit dem Fall der Mauer, finde ich, gibt es eigentlich immer wieder eine sehr offene fremdenfeindliche Stimmung auch in der Politik. Gerade in den Neunzigern, als unsere Protagonisten groß geworden sind, gab es unter Kohls Regierung sehr fremdenfeindliche Parolen. Manchmal hat man fast das Gefühl, dass die Rechten der Politik die Parolen diktieren. Und insofern es  ist letztlich ein Gesamtproblem Deutschlands.

4. A pagina 3 dell’opuscolo d’introduzione “Mitten in Deutschland: NSU” edito da ARD, si legge: “Con la trilogia si unisce la speranza di far luce sulla vicenda”. Crede che raggiungerete questo obiettivo? / ARD-Buch „Mitten in Deutschland: NSU“, Seite 3: „Mit den Filmen verbindet sich die Hoffnung zur Aufklärung beizutragen“. Denken Sie dass Sie dieses Ziel erreichen werden?

Spero proprio di sì … Bisogna smettere di considerare la NSU, composta di questi tre uomini, separata completamente dal resto della società. Essa va presa attentamente in considerazione, per comprendere come si formano strutture di estrema destra e quanto esse siano radicate sul territorio. I film raccontano benissimo come una cellula di estrema destra, e i suoi appartenenti Uwe Mundlos e Uwe Böhnhardt, possano aver commesso omicidi così a lungo. Spero che la trilogia possa fare un po’ di chiarezza ai telespettatori. / Das hoffe ich sehr… Man muss aufhören den NSU, diese drei Menschen, losgelöst vom Rest der Gesellschaft zu betrachten. Da muss genau hingesehen werden, um herauszufinden wie rechte Strukturen entstehen und wie mächtig die rechte Szene teilweise ist. Das so was wie eine rechte Zelle, wie Uwe Mundlos und Uwe Böhnhardt, überhaupt so lange morden konnten, das erzählen die Filme ganz gut und insofern hoffe ich sehr, dass sie ein bisschen Licht ins Dunkeln für die Zuschauer bringt.

5. Si è mai chiesto, perché una persona uccide solo per puro odio ingiustificato? Come si può trasmettere una tale sensazione attraverso un film al pubblico? E’ possibile? / Haben Sie sich mal gefragt, warum ein Mensch aus purem Hass andere Menschen tötet? Wie kann man dieses Gefühl an ein Film Publikum vermitteln? Ist das möglich überhaupt?

Penso che non sia possibile. Io non racconto gli omicidi. Credo di inscenare, come nasce l’odio e come esso si propaga in un gruppo intero; come l’odio possa concretizzarsi in violenza. Il passo successivo, come dall’odio, che non rappresenta niente di concreto, e come dall’odio verso gli stranieri, anch’esso qualcosa d’astratto, si giunga a pianificare un omicidio, non posso e non voglio spiegarlo. Non voglio neanche immaginarlo; oltretutto è difficilissimo farlo. Per questo motivo il film termina quando iniziano gli omicidi. / Ich glaube es ist nicht möglich und ich erzähle auch nicht über die Morde. Ich glaube, was ich erzähle, ist wie Hass entsteht, konkret wie Hass in einer Gruppe entsteht. Wie aus Hass Gewalt werden kann. Den Schritt zu erzählen, wie aus Hass, was ja nichts Konkretes darstellt, Hass gegenüber Fremden, was wiederum sehr Abstrakt ist, und letztendlich ein geplantes Morden entsteht, das kann ich nicht und will ich nicht erklären. Das will ich mir auch nicht vorstellen können. Das kann man sich auch nur sehr schwer vorstellen. Deswegen erzähle ich auch an diesem Punkt des Filmes nicht weiter. Ich höre dort auf wo das Morden anfängt.

L'attore Florian Stetter - © Emilio Esbardo

MITTEN IN DEUTSCHLAND: NSU

– “Die Täter – Heute ist nicht alle Tage”, Mercoledì 30.03. | Ore 20:15

– “Die Opfer – Vergesst mich nicht”,  Lunedì 04.04. | Ore 20:15

– “Die Ermittler – Nur für den Dienstgebrauch”, Mercoledì 06.04. | Ore 20:15 + Ore 21:45 “Der NSU-Komplex”

Maggiori Info:
www.daserste.de/unterhaltung/film/mitten-in-deutschland-nsu/sendungen/index.html

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