di Emilio Esbardo
Ottomila palloni, che percorrevano il perimetro originario del Muro, lasciati volare in cielo per ricordare i 25 anni dalla sua caduta.
«Gente del mondo […] guardate questa città e i suoi cittadini e riconoscete che non potete e non dovete abbandonarli […]»
(Ernst Reuter – sindaco di Berlino durante il “blocco” del 1948 – 9 settembre 1948)
«Duemila anni fa – Duemila anni fa, il più grande orgoglio era dire “civis Romanus sum.” Oggi, nel mondo libero, il più grande orgoglio è dire “Ich bin ein Berliner.” […] Ci sono molte persone al mondo che non capiscono, o che dicono di non capire, quale sia la grande differenza tra il mondo libero e il mondo comunista […] Che vengano a Berlino […] La libertà è indivisibile e quando un solo uomo è reso schiavo, nessuno è libero […] Ogni uomo libero, ovunque viva, è cittadino di Berlino. E, dunque, come uomo libero, sono orgoglioso di dire “Ich bin ein Berliner” […]»
(John F. Kennedy, Berlino Ovest, 26 giugno 1963)
Dalla conclusione della seconda guerra mondiale fino all’abbattimento del Muro Berlino fu il capro espiatorio di due ideologie contrapposte: il luogo di scontro tra il comunismo ed il capitalismo, rappresentativo della divisione del mondo in due blocchi. Berlino era il centro e il cuore della guerra fredda, la linea di confine che divideva i Paesi capitalisti dai Paesi comunisti: ogni contrasto tra le due superpotenze, ogni crisi, venivano sentiti immediatamente, toccati con mano dai cittadini berlinesi.
Come il cosiddetto “blocco di Berlino”, iniziato il 24 giugno 1948, quando l’URSS interruppe gli accessi ai tre settori occupati da americani, francesi e inglesi, tagliando tutti i collegamenti stradali e ferroviari, che collegavano la città con il resto della Germania occidentale. Berlino, ricordiamolo, era all’interno della DDR. Le parti occidentali rimasero senza viveri, medicinali e addirittura senza corrente elettrica, anch’essa sotto il controllo sovietico. Si decise per un ponte aereo, grazie al quale furono trasportati interi container pieni di carbone, viveri, medicinali e pacchetti di caramelle per i bambini. Il ponte aereo durò 462 giorni.
Quest’anno si è celebrata una festa in ricordo di tale avvenimento, che in concomitanza con i venticinque anni della caduta del Muro, ha assunto un significato particolare.
La caduta del Muro di Berlino, avvenuto nella notte tra il 9 e il 10 novembre, avrebbe portato a un cambiamento radicale dello scacchiere economico, sociale e politico non solo dell’Europa, bensì del mondo intero. Il 9 novembre rappresenta una data epocale, chiude definitivamente, secondo il parere di molti storici, i conflitti, gli scontri e i dissapori della seconda guerra mondiale. Il 9 novembre è stato assunto a simbolo della liberazione dai Paesi oppressi da regimi dittatoriali come quelli fascisti, nazisti e comunisti. Il 9 novembre celebra il valore della libertà e della democrazia.

Checkpoint Charlie - Foto: Martin Diephold /project "25 Years Fall of the Wall" (www.berlin.de/2013)
La caduta del Muro, però, ha dato origine anche alla globalizzazione, a un mondo basato su un capitalismo selvaggio, con un mercato senza regole e controlli, portandoci a una delle crisi economiche più gravi sin dai tempi della depressione del 1929.
La costruzione del Muro, che divise la città in due e separato tra di loro familiari, amici e amori, iniziò nelle prime ore del 13 agosto 1961. I soldati ricevettero l’ordine di sparare su tutti coloro che cercavano di attraversare la zona di confine e nonostante tutto ci furono persone che tentarono la fuga: ad alcuni riuscì ad alcuni costò la vita.

Bornholmer Strasse - Foto: Andreas Rentsch /project "25 Years Fall of the Wall" (www.berlin.de/2013)
Il reato di “Fuga dalla Repubblica” prevedeva tre anni di carcere. Più di 30.000 prigionieri politici sono stati venduti alla Repubblica Federale.
La sua caduta avvenne per caso e grazie a una domanda di un giornalista italiano, Riccardo Ehrmann, al ministro della propaganda della DDR Günter Schabowski, durante una conferenza stampa.
Schabowski avrebbe dovuto comunicare ai berlinesi dell’est che gli sarebbe stato concesso di attraversare il confine con un adeguato permesso. A Schabowski, però, non diedero nessuna direttiva su come divulgare la notizia. Alla domanda di Ehrmann: “E da quando?”, il poco preparato ministro rispose: “Per quel che ne so entra in vigore, beh, da subito”.

Inaugurazione con il sindaco Klaus Wowereit – Foto: Antje Schroeder /project "25 Years Fall of the Wall" (www.berlin.de/2013)
L’annuncio di Schabowski, trasmesso in televisione, fece radunare una folla enorme davanti ai checkpoint, che non poté essere più respinta dalle guardie di confine. Il Muro fu abbattuto velocemente e molti suoi pezzi divennero dei souvenir.
Dopo la caduta del Muro vi è stata un’inattesa colonizzazione culturale italiana. I berlinesi hanno iniziato ad innamorarsi della cucina italiana e per le strade della città, oggi, non è difficile imbattersi in insegne come: “Dopodomani”, “Cantamaggio”, “Pranzo e cena”, “Marmo e Terracotta”, “Bar centrale”, “Sali e Tabacchi”, etc., etc.
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Foto dei festeggiamenti dei 20 anni della Caduta del Muro (2009). Gli attori politici sono cambiati tutti tranne Angela Merkel, che continua a guidare il timone della Germania
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Foto storiche

Il Muro di Berlino nel 1990 - Foto: Jurek Durczak from Poland / Fonte: Blast from the past / CC BY 2.0

Dalla parte di Berlino ovest nelle vicinanze di Potsdamer Platz nel 1986 - Foto: Nancy Wong, diritti: Edmunddantes / CC BY 3.0

Rimozione del Muro con la gru, presso la Porta di Brandeburgo, il 21 dicembre 1989 - Foto: SSGT F. LEE CORKRAN / CC BY 3.0

Berlino ovest tra i quartieri Tiergarten e Mitte, giugno 1989 - Foto: Angr/ Licenza dominio pubblico
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Video: Berlino prima e dopo il Muro
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