di Michela Buono
Spesso su Fb ricevo petizioni ed anch’io ne faccio, con la finalità di sensibilizzare sul tema dei maltrattamenti e di vere atrocità effettuate nei confronti degli animali, in tutto il mondo.
Eppure, come affermava il Mahatma Gandhi, “Il progresso di una nazione si misura anche da come essa tratta gli animali”. Chi ha a cuore il benessere degli animali sa perfettamente che nonostante oggi le condizioni siano migliorate anche da un punto di vista legislativo, c’è ancora tanto da fare.
Partendo dal presupposto che, come sostengono molte persone, gli animali siano esseri “inferiori” mi verrebbe da chiedere cosa intendano per “inferiori”. Termine questo attribuito nel passato ed anche nel presente alle persone, a culture e organizzazioni sociali differenti dalla propria. E’ vero che mai nessun animale ha scritto una sinfonia, dipinto un quadro, scolpito un blocco di marmo ma siamo sicuri che sia questo il giusto parametro che ci permette di giudicare e trattare così male un essere vivente? Mi verrebbe da rispondere che chi ha decretato che un animale debba essere considerato un essere inferiore rispetto all’uomo è perché non lo ha mai visto come una creatura di Dio, posta su questa terra con un suo specifico “percorso”. Noi umani siamo troppo spesso i peggiori nemici di questi esseri e di esempi ve ne sono un’infinità. Oltre alla cattiveria, forse uno degli aspetti più inquietanti della nostra società è proprio l’indifferenza: quante volte vediamo animali affamati, tremanti di freddo agli angoli delle strade, oppure investiti e lasciati lì a morire .
Il contatto con gli animali è fortemente educativo perché ci permette di osservare modalità diverse di reagire a stimoli ed eventi e nello stesso tempo può contribuire a sbloccare la sfera emotiva o ad arricchirla, essendo la interazione uomo – animale più semplice, più diretta, meno problematica, meno “maliziosa” rispetto a quella fra uomini. Animali domestici come compagni, interlocutori di interazioni affettive più immediate e spontanee: ovviamente non sto sostenendo che ci si debba tenere lontano dai contatti umani, poiché questi sono molto più complessi!
Negli ultimi decenni si sono moltiplicati gli studi sulla struttura psichica degli animali e molti studiosi mettono in dubbio l’antica teoria che essi siano degli esseri viventi sì, ma programmati soltanto sulla base di risposte istintuali. Eccles, Nobel per studi sulla neurofisiologia del secolo scorso, ebbe a scrivere che nessuno sano di mente può dubitare che gli animali siano privi di coscienza, intendendo dire che anche loro hanno una percezione di unitarietà del corpo, di separatezza rispetto all’ambiente circostante e una ricchezza emozionale non indifferente. Ovviamente distingueva fra coscienza nei termini detti ed autocoscienza come capacità di autoriflessione ( chi sono, che senso ha la vita ecc.) .
Gli animali non hanno mai scritto poesie e sinfonie e scherzando, ma non troppo, rispondo che essi non ne hanno bisogno poiché sono immersi nella poesia e nei suoni primordiali della Natura e ciò a loro sembra che basti.
La Coscienza degli uomini ha la Necessità grandiosa della ricerca di Senso e della comprensione del visibile e del non visibile e ciò, d’accordo, è la nostra grandezza ed anche la nostra condanna poiché tendiamo verso l’infinito pur nella consapevolezza che forse non ci appartiene mentre essi, gli animali, sono collocati nel divenire di questo pianeta forse con il compito di vivere in spontaneità, di esaltare la Natura come testimoni viventi di essa senza chiacchiere ,né parole complesse.
Forse quando siamo sfiniti dal tanto cercare e dalle tante domande, le fusa di un gatto o gli occhi di un cane con la loro naturalezza ed immediatezza di reazioni e comportamenti, di certo non maliziosi, ci possono indicare che pur restando umani, sarebbe bene che anche noi non uccidessimo spontaneità e sintonia con la Natura.
Sono del parere che il rispetto verso tutte le creature viventi debba essere insegnato a scuola, perché solo così si creerebbe una società molto più responsabile, attenta e riflessiva. Nel nostro piccolo potremmo cominciare con il rispettarli a tavola, ad esempio non mangiandoli, nel non comprare pellicce ed altri assurdi orpelli, evitando spettacoli in cui gli animali sono costretti a svolgere ridicoli esercizi per nulla divertenti.
Chi crede nell’ “inferiorità” di questi esseri spesso non è capace di spiegarne il motivo, si giustifica tirando fuori luoghi comuni oppure un semplice “è così”.
A me pare che, comunque, si stia diffondendo una maggiore attenzione e consapevolezza nei confronti del mondo animale ed a volere essere ottimisti sul destino dell’evoluzione della specie umana, si può immaginare che in un futuro si giungerà a ritenere come cosa esecrabile la mancanza di rispetto verso di essi. Penso che il termine “inferiore” dovrebbe essere usato con molta prudenza da noi umani poiché nell’usarlo ci si pone in una condizione di supposta superiorità che può indurre a comportamenti spregiudicati, superficiali o del tutto assurdi e cattivi ed in ciò la “ Magistra Vitae” che è la storia, prova ad insegnarci qualcosa, ma a quanto pare da sempre ha allievi —gli uomini- che da questo punto di vista si mostrano sordi ed ottusi.