“1914 - 2014. 100 anni europei” / „1914 - 2014. Hundert europäische Jahre“

Il Presidente della Repubblica federale di Germania Joachim Gauck - Foto: Emilio Esbardo

di Emilio Esbardo

La nostra Europa offre dimora a tutti suoi abitanti – indipendentemente a quale popolo, religione, sesso o nazione, essi appartengono / Unser Europa bietet Heimat, und zwar allen seinen Bewohnern – gleichgültig, welchem Volk, welcher Religion, welchem Geschlecht, welcher Nation sie angehören.

Lasciateci accettare dunque questa Europa, anche in futuro, come la nostra casa comune. Lasciateci esaminare, con obiettività e simpatia, dove la sua costruzione potrebbe essere migliorata. Lasciateci supportare con fiducia ciò che unisce tutti noi / Lassen Sie uns also dieses Europa auch in Zukunft als unser gemeinsames Haus annehmen. Lassen Sie uns mit Sachlichkeit und Sympathie prüfen, wo seine Konstruktion verbesserungswürdig ist. Lassen Sie uns mit Selbstbewusstsein für das eintreten, was uns verbindet.

– Joachim Gauck, Presidente della Germania, durante il suo discorso durante l’evento “1914 – 2014. 100 anni europei” / “1914 – 2014. Hundert europäische Jahre”


Venerdì 27 giugno su invito di Joachim Gauck, storici europei hanno partecipato ad un interessantissimo podio presso il Castello Bellevue, dove si è discusso l’attentato di Sarajevo del 28 giugno 1914, che ha causato lo scoppio della prima guerra mondiale, a causa della quale sono morti milioni di persone.

Che la guerra sia scoppiata a seguito dell’omicidio di Francesco Ferdinando, successore al trono d’Austria-Ungheria, e della sua consorte Sofia, è dal mio punto di vista, un fatto di coincidenze fortuite.

Infatti, in quel periodo, attentati come quelli di Sarajevo rientravano nella normalità.

A tal proposito basti citare le uccisioni di re Umberto I (29 luglio 1900 a Monza ad opera dell’anarchico Gaetano Bresci – in precedenza il re era scampato ad altri due attentati degli anarchici Giovanni Passannante e Pietro Acciarito) e dello Zar Alessandro II (13 marzo 1881 a San Pietroburgo colpito a morte da una bomba lanciatagli contro da Ignatij Grinevickij).

Guglielmo I, imperatore di Germania e re di Prussia, è stato vittima di tre attentati, uscendone gravemente ferito. Gli ultimi due, nel 1878, si sono susseguiti nel giro di tre settimane: l’11 maggio a Berlino ad opera di Max Hödel, lattoniere disoccupato, e tre settimane più tardi ci provò Karl Eduard Nobiling, sempre a Berlino il 2 giugno.

Tali attentati venivano organizzati come mezzo per raggiungere scopi politici. Nella maggioranza dei casi, però, provocavano l’effetto contrario a quello sperato. Infatti Bismarck utilizzò i falliti tentativi di Max Hödel e Eduard Nobiling per far ratificare le Leggi antisocialiste.

La prima guerra mondiale sarebbe potuta scoppiare, dunque, in qualsiasi momento, sia in precedenza all’uccisione di Francesco Ferdinando, sia successivamente. Le persone vivevano già sul piede di guerra; le intere società, le forti correnti culturali, quali i futuristi in Italia o gli espressionisti in Germania, erano impregnate di messaggi bellici.

Futuristi, Russolo Carrà Marinetti Boccioni Severini; 1916 o prima; autore: anonimo - storia illustrata n 136 marzo 1969; Foto caricata su Wikipedia da Jose Antonio - Foto di pubblico dominio

D’altronde, come ha affermato Boris Kolonitskii dell’università di San Pietroburgo, autore di 100 anni e nessuna fine. Gli storici sovietici e la prima guerra mondiale, pubblicato nell’antologia “Osteuropa”:

La guerra è un patrimonio comune dell’Europa. Ancora oggi viene utilizzata la prima guerra mondiale con lo scopo di provocare mobilitazione politica, come ha recentemente mostrato il conflitto ucraino.

La prima guerra mondiale si è contraddistinta, rispetto alle precedenti, per la sua particolare atrocità e per essere stata l’anticamera dei crimini nazisti. Le sue conseguenze si risentono anche nei nostri giorni ed è importante ricordarlo costantemente, come ha affermato Joachim Gauck:

Tutti i 100 anni europei trascorsi a partire dal 1914 sono stati influenzati dalla prima guerra mondiale, a prescindere dalla consapevolezza o dalla non consapevolezza dei contemporanei. Per questo motivo abbiamo riportato tutti i singoli anni sul biglietto d’invito per questo evento. / Die 100 europäischen Jahre, die seitdem vergangen sind, waren, Jahr für Jahr, vom Ersten Weltkrieg mitgeprägt, ob das den Zeitgenossen bewusst gewesen ist oder nicht. Deswegen haben wir die 100 Jahre alle einzeln auf die Einladungskarte zu dieser Veranstaltung gedruckt.

“Le storie, che la guerra ha portato con sé”, ha ribadito lo storico Etienne François, “sono state dimenticate”. Ecco la necessità del ricordo.

Durante l'evento nel Castello Bellevue - Foto: Emilio Esbardo

Le conseguenze della grande guerra non riguardano solo l’Europa. Sempre citando Gauck:

Non riguarda solo l’Europa, bensì anche altri continenti. Dappertutto ha lasciato tracce fino ad oggi. In molte parti del mondo vi sono problemi rimasti irrisolti, provocati da questa guerra e dai suoi effetti / Er betraf nicht nur Europa, sondern auch die anderen Kontinente. Und überall hat er bis heute seine Spuren hinterlassen. An vielen Orten der Welt sind noch immer Probleme ungelöst, die durch diesen Krieg und seine Nachgeschichte aufgeworfen wurden.

La giornata in memoria dello scoppio della grande guerra è stata suddivisa in tre parti. Nella prima hanno discusso storici di differenti Paesi, per dimostrare come la prima guerra mondiale viene percepita differentemente a seconda della nazionalità. Nella seconda parte, esperti europei hanno parlato di ciò che si è appreso da questa guerra catastrofica.

La sera è stata inscenata l’opera “FRONT – Im Westen nichts Neues” di Erich Maria Remarque e Henri Barbusse del Thalia Theater Hamburg in cooperazione con NTGent. Lo spettacolo, che racconta le esperienze belliche, è stato allestito nel cortile interno del Castello Bellevue e poteva essere visto (volutamente dagli organizzatori) anche dalla gente che passava per strada per comunicare che il ricordo della prima guerra mondiale non è esclusivo per la classe dirigenziale, bensì appartiene a tutti.

La memoria di ciò che è successo allora è importantissima, perché serve a non abbassare la guardia, a non credere che la pace duratura in Europa dopo la seconda guerra mondiale sia qualcosa di scontato. Potrebbe sempre esserci qualche evento che possa portare a dei confronti molto duri. Ricordo un altro bel pezzo del discorso di Joachim Gauck:

Eppure oggi, un quarto di secolo più tardi, constatiamo: La storia non procede in un continuo miglioramento. Né il nazionalismo né le ideologie di salvezza sono scomparse così velocemente (…) La resistenza della Russia contro l’avvicinamento dell’Ucraina all’Europa ci ha portato a confrontarci con pensieri e modelli di comportamento, che credevamo di aver oramai da tempo superato nel nostro continente. Ciò a cui oggi stiamo assistendo è una vecchia maniera di pensare al potere e alle sfere d’influenza – compresa la destabilizzazione di Stati esteri e l’annessione di territori stranieri. Stiamo forse ricadendo in una politica di scontro e violenza? / Doch heute, ein Vierteljahrhundert später, sehen wir: Geschichte verläuft nicht in einer kontinuierlichen Aufwärtsbewegung. Weder Nationalismus noch Erlösungsideologien sind einfach verschwunden (…) Der Widerstand Russlands gegen eine Annäherung der Ukraine an die Europäische Union hat uns mit Denk- und Verhaltensmustern konfrontiert, die wir auf unserem Kontinent für längst überwunden hielten. Was wir heute erleben, ist altes Denken in Macht- und Einflusssphären – bis hin zur Destabilisierung fremder Staaten und zur Annexion fremder Territorien. Fallen wir etwa zurück in eine Politik von Konfrontation und Gewalt?

A questo punto del discorso Joachim Gauck si chiede come bisognerebbe comportarsi per mantenere la pace in Europa se essa viene messa in discussione da alcuni Paesi. Secondo il Presidente l’atteggiamento del Governo tedesco è stato giusto.

1917: Plotone d'assalto tedesco, armato con mitragliatrici leggere MG08/15 durante la battaglia di Caporetto - Autore: Sconosciuto - Foto di pubblico dominio

La Germania deve prendersi le sue responsabilità per conservare gli equilibri nel nostro continente, evitando però la pericolosa politica di confronto, ed utilizzando la diplomazia:

La Germania e l’Unione Europea stanno affrontando una grande ed inaspettata sfida. Noi non vogliamo in nessun caso ritornare ad una politica di scontro, ma ugualmente non vogliamo accettare che vengano ignorati i diritti fondamentali e che venga messa in forse la nostra comune base europea. Altrimenti rinunceremo ai noi stessi e ai nostri valori / Deutschland und die Europäische Union stehen vor einer großen, einer unerwarteten Herausforderung. Wir wollen keinesfalls zurück zu einer Politik der Konfrontation, aber ebenso wenig können wir eine Verletzung des Rechts und eine Infragestellung unserer gemeinsamen europäischen Basis einfach so hinnehmen. Ansonsten würden wir uns und unsere Werte aufgeben.

Del discorso di Gauck voglio toccare altri due punti che risaltano l’importanza che il presidente della Germania dà all’essere umano. Da sempre schierato contro la cattiva politica e contro il capitalismo selvaggio, cita, ridando dignità a tutte quelle persone che nella nostra “civile Europa” si stanno impoverendo sempre di più, provocando reazioni negative contro gli immigrati e contro l’Unione Europea stessa:

Sembra un paradosso: mentre la promessa europea di pace, libertà e benessere è attraente per coloro i quali non sono membri dell’Unione Europea, all’interno dell’Unione si consolidano le forze populiste e anti-europee (…) Vi è l’accusa che il globale settore finanziario esce indenne dalla crisi, mentre milioni di cittadini sprofondano nella miseria. Ciò alimenta il malcontento contro gli immigrati e i rifugiati / Es scheint paradox: Während das europäische Versprechen von Frieden, Freiheit und Wohlstand gerade für diejenigen attraktiv ist, die noch keine Mitglieder der Europäischen Union sind, erstarken innerhalb der Union populistische und europafeindliche Kräfte (…) Da gibt es den Vorwurf, dass der globale Finanzsektor aus der Krise weitgehend unbeschadet herauskommt, während Millionen Bürger in die Armut abrutschen. Da verschafft sich auch der Unwille über die Aufnahme von Einwanderern und Flüchtlingen Luft

Queste sagge parole di Gauck sono adatte per concludere questo articolo, ricordando che se i politici non si assumono le proprie responsabilità e non riportano crescita e lavoro sul continente europeo, la situazione potrebbe avere conseguenze catastrofiche.

Bisogna riportare l’essere umano al centro dei mercati e non più i mercati al centro degli essere umani.

La ricchezza concentrata nelle mani di poche persone non giova neanche a tali privilegiati, perché una società disagiata potrebbe portare ad un populismo estremo, che già in passato si è reso colpevole di atrocità indicibili. I segnali d’allarme sono giunti molto forti alle ultime elezioni e politici come Marine Le Pen potrebbero far vacillare l’intero progetto europeo ed anche la lunga pace che dura dalla fine della seconda guerra mondiale.

Un’apparente tranquillità e la convinzione di tenere la situazione sotto controllo, può far prendere il problema sotto gamba.

Gli stessi lavoratori che nei raduni internazionali nelle grandi metropoli europee manifestavano a favore della pace prima dello scoppio della prima guerra mondiale, si sono poi uccisi brutalmente gli uni contro gli altri durante il conflitto.

 

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